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55. Francesco Sforza a Venerio da Cotignola 1452 gennaio 19 Lodi

[ 88r] Laude, die xviiii ianuarii 1452.
Ordini quali nuy dimo ad ti, Venerio da Cotignola, nostro castellano della rocha della cittadella de Alexandria (1), secondo li quali deve governarti ad la custodia della dicta rocha et in cosa alcuna per veruno modo non devi contrafare alli dicti ordini, ma observarli integramente como stano sotto pena della vita.
Primo, tu teneray la dicta rocha ad nome, fidelità et obedientia nostra, attendendo dì et nocte alla bona guardia d'essa, et non la consignaray may ad homo del mondo per lettere né ambaxate te fossero facte per nostra parte se non haveray littera soctoscripta de nostra mano propria, como è questa, et lo contrasingno quale havimo con teco, sotto pena dela vita.
Secondo, non te partiray may fora de quella rocha senza nostra licentia in scripto soctoscripta de nostra mano cum due croxe denanzi et doe altre de dreto la subscriptione, como è qui de sotto.
Tertio, non receptaray may nella dicta rocha da tre persone in suso senza nostra littera soctoscripta de nostra mano propria et signata cum la corniola nostra piccola in cera biancha, como è qui de socto.
Quarto, non daray may alcuna munitione de quelle sonno in quella rocha ad homo del mondo senza nostra littera soctoscripta de nostra mano cum una croxe denanzi et un'altra dreto la subscriptione.
[ 88v] V°, teneray tucte le paghe toe quale deve tenere, le quale siano fidate et sufficiente, et faray tucte quelle altre cose degono fare li boni, veri et leali castellani, e continuo invigilaray et studiaray alla reparatione et fornimento d'essa rocha, siché la sia forte et ben fornita de quello tucto te parerà necessario.
Franciscus Sfortia Vicecomes manu propria subscripsit.


(1) In SANTORO (Gli uffici, p. 673) Venerio da Cotignola viene indicato come «castellanus arcis succursus Alexandrie».