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64. Francesco Sforza ad Antonio Del Penna da Cremona 1458 febbraio 9 Milano

[ 102r] Mediolani, viiii februarii 1458.
Questi ordeni infrascripti volimo che servi ti, Antonio del Pena, finché serai castellano dela nostra rocha de Monte Luculo (1).
Primo, volimo che dicta forteza con bona cura, fede, sollicitudine et vigilantia, servi ad noy et nostri figlioli et successori, et quelle non consignaray may ad persona del mondo, sia chi se voglia, se non te lo scrivemo per littere de nostra propria mano con la parte del contrasigno havemo con ti.
Item, volimo che dì et nocte debii con diligentia attendere ala guardia de dicta rocha et de quella non te debii may partire senza nostra licenzia sottoscripta de nostra propria mano.
Item, volimo che in dicta forteza non debii may lassare intrare più de una persona ala volta et, quando noy vorremo che in essa gli recepti più de una persona, te lo scriverimo per nostre littere sottoscripte de nostra propria mano et dentro d'essa littera serà scolpita la nostra corniola piccola in cera biancha.
Item, volimo che quelle monitione hay in dicta rocha dele nostre overo gli faremo mettere per l'avenire le debii ben servare et non ne dare may cosa alcuna, né piccola né grande, ad homo del mondo, sia chi se voglia, se non te lo scrivemo per nostre littere sottoscripte de nostra propria mano. Et ultra le nostre monitione volimo staghi fornito dele toe almanco per sey mesi.
Item, volimo che tenghi tucte le toe paghe de continuo integramente et siano fidate, apte et sufficiente, et per la mità balestreri et l'altra mità pavesani, et per quelli ne facia debita descriptione et monstre secondo l'ordini nostri dela bancha di soldati.
[ 102v] Item, volimo che in dicta rocha non faci né per veruno altro lassi fare taverna, beccaria né barattaria né alcuna altra cosa contra l'ordini nostri predicti, le quali cose tucte servaray sotto pena dela testa et ogni altra pena parerà ad noy.
Franciscus Sfortia Vicecomes manu propria subscripsit.
Marchus (2).
Cichus.


(1) Identificato come Antonio Del Penna da Cremona (cfr. SANTORO, Gli uffici, p. 653).
(2) Si tratta di Marco Trotti.