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74. Francesco Sforza a Giovanni da Perugia 1452 settembre 14 dall'accampamento presso Quinzano d'Oglio

[ 113r] Ex campo apud Quinzanum, die xiiii septembris MCCCCLsecundo.
Primo, tu teneray quella forteza continuamente ad nostra obedientia, devotione et fidelità, et actenderay dì et nocte alla bona guardia et quella non consignaray may ad persona del mondo se non vederay nostra littera soctoscripta de nostra mano propria como è la littera patente del'officio tuo et se non te sarrà portato lo contrasingno havimo cum ti.
Secondo, tu non eusiray mai fora della dicta rocha senza nostra licentia in scripto soctoscripta de nostra mano propria, como è dicto de sopra.
Tertio, non receptaray mai nella dicta rocha da due persone in suso senza nostra littera soctoscripta de nostra propria mano, come è dicto, nella quale lettera sia scolpita nel cantone de sopra la corniola nostra grande in cera verde, come è qui de sopra, ma una o due persone siamo contenti possi receptare, come parerà ad ti.
4°, teneray et conservaray molto bene le monitione sonno in quella nostra rocha et de quelle non ne consumaray per ti né daray cosa alchuna ad persona del mondo senza nostra littera soctoscripta de nostra propria mano, come è dicto.
Ordini quali nuy damo ad ti, Iohanne da Perosa, castellano nostro della rocha de Sancto Iohanne in Croxe (1), li quali te comandiamo debbi observare intregamente et in nissuna cosa contrafargli, socto pena de perdere la vita (a).
Cichus.


(a) La lettera è depennata con un tratto verticale a penna.

(1) Identificato come Giovanni da Perugia (cfr. SANTORO, Gli uffici, p. 640).