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99. Francesco Sforza a Giovanni Chierici da Lomazzo 1455 aprile 10 Milano

[ 138r] 1455 die x aprilis, in Mediolano.
Dux Mediolani, et cetera.
Nuy dasemo a ti, magistro Zohanne di Chierici da Lamazo, constituito castellano della rocha del Serio da Castilione (1), li infrascripti ordini, quali volimo debii integramente observare, non contrafacendoli in cosa alcuna, como hay zurato de fare, sotto pena de perdere la vita senza remissione.
Primo, volimo debii tenere quella rocha a nostra obedientia, devotione et fidelità, et quella non consignare may a persona del mondo, sia chi se voglia, senza nostra littera sottoscripta de nostra propria mano, como è questa, et senza lo contrasigno havimo teco.
Volimo ancora che tu debii tenere tute le toe paghe, quale siano bone et fidate, et attendere dì et nocte a bona guardia d'essa rocha et per littere te fossero portate et ambassate te fossero facte non te partire may fora della dicta rocha né mandare fora d'essa rocha da doe persone in suso dele paghe toe senza nostra littera sottoscripta de nostra propria mano, como è questa, nella quale sia scolpita de sopra la corniola nostra in cera rossa, como è qui de sopra. Ma per bisogno d'essa rocha et sollecitare el pagamento delle paghe toe siamo contenti tu mandi solum uno famiglio fuora della rocha, como parerà a ti, ma in tempo suspecto volimo tegni tutti li toi presso de ti, che scandalo non possa intervenire. Et questo tu mandarai intanto lo mandi cum bolletino del potestà (2) lì et che quando retorna pur se presenti al dicto potestà.
[ 138v] Volimo appresso che tu debii tenere cum bona et optima diligencia tutte le munitione son al presente et che sarano poste in lo avenire nela dicta rocha e de quelle non dare a persona del mondo nì consumare per ti cosa alcuna senza nostra licencia sottoscripta de nostra propria mano, como è questa.
Denique volimo, se tu sentisse cosa alcuna che fosse contra l'honore et stato nostro, che subito o per littere o per messi a tutta toa possanza ne debii avisare et provedere et remediare a tutto quello poteray et sapperay in questo et ogni altra cosa pertinente al'honore, bene et stato nostro, della illustrissima madonna Bianca, nostra consorte, et de nostri figlioli, como sono tenuti de fare li boni, fideli et liali castellani.
Franciscus Sfortia Vicecomes manu propria subscripsit.
Denique volimo che non debii lassare intrare in quella nostra rocha da doe persone in suso al tracto, ultra li toi compagni, salvo se tu non havesse littera sottoscripta de nostra propria mano, como è dicto de sopra. Et ulterius staray fornito de munitione et de victualie per sei mesi dele toe proprie ultra le nostre.
Cichus.


(1) Identificato come Giovanni Chierici da Lomazzo (cfr. SANTORO, Gli uffici, p. 641).
(2) Identificato come Baldassarre da Soncino (cfr. SANTORO, Gli uffici, p. 429).