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1015. Francesco Sforza al Regolatore e ai Maestri delle entrate ordinarie e straordinarie sine data [1452] sine loco

Francesco Sforza comunica al Regolatore e ai Maestri delle entrate ordinarie e straordinarie di aver concesso a Galeazzo Vimercati la grazia di pagare solo la metà della perdita del dazio dell'addizione dell'introito delle porte di Milano, e, cioè, 440 lire, essendo morto di peste il cognato Filippo Amicono, che, a contratto concluso, Galeazzo si era associato per la metà nell'assegnazione della dodicesima parte del dazio dell'addizione dell'introito delle porte. Il duca dispone che nei libri della Camera ducale vengano fatte le debite variazioni contabili in rapporto alla grazia concessa a Galeazzo.

All. 5 Regulatori et Magistris intratarum nostrarum ordinariarum et extraordinarium.
Dilecti nostri, ni ha exponuto Galeaz da Vimercato, nostro citadino Millanese, che nel'anno proxime passato tolse a compagnia con quondam Filippo Amicono, suo cognato, la duodecima parte del datio del'additione deli ultimi cinqui mesi del'introito dele porte di quella nostra citade de Millano et, per la perdita fece dicto datio, ne tocha in tuto ad essi Galeaz et Filippo libre dccclxxx, dele quale tocha la mitade per caduno de loro, secundo la intelligentia hebbeno insieme et, per tal compagnia, promisero in commune, come li altri compagni del'incanto di esso datio li dicti Galeaz et quondam Filippo et uterque ipsorum insolidum. Ma solo esso Galeaz stipulò la venditione de dicta duodecima parte dal'incantatore del dicto datio, con intentione di fare puoy dal dicto quondam Filippo reconosciere per instrumento la mitade di essa duodecima parte, et di fare puoy proinde fare le altre scripture opportune, ma infra puocho tempo seguiti la calamitade dela peste in quella nostra citade, et cossì per essa peste la morte del dicto Filippo, in modo è rimasto esso Galeaz del tuto obligato. Et perché dicto Galeaz non pò fare constare che dicto Filippo havesse la mitade di essa duodecima, qual cossa esso Filippo, s'il vivesse, non negarebe, vole per vuy esser gravato al'intero pagamento di essa duodecima parte, che gli sarebe impossibile, però non potrebe solo satisfare per la sua mitade, si non fusse la dote di sua madre et il socorso di alcuni suoy amici et ni ha supplicato che, satisfaciendo luy per la dicta mitade dela duodecima parte, si dignamo provedere che ultra sopra ciò non sia gravato. Havendo adunche nuy rispecto a tal caso et supplicatione del dicto Galeaz, et vogliando verso luy usare dela gratia nostra, siamo contenti et vi mandiamo che, pagando il dicto Galeaz la mitade dela dicta perdita, cioè libre ccccxl, non faciati, né lassati fare altra graveza né molestia per le altre libre cccclx del'altra mitade al dicto Galeaz, nì al'incantatore et compagni del dicto datio per luy, non attenduto ch'el non potesse probare la compagnia del dicto quondam Filippo per esso datio. Però è assay argumento di compagnia, havendo dicto Filippo promesso in commune, et remosta ogni exceptione et contradictione possiati fare per contra, però volemo, cossì pagando, ni sia libero et luy et il dicto incantatore, faciendo sopra libri dela Camera nostra aconciare ogni scriptura expediente in modo che per alcuno tempo avenire dicto Galeaz, overo esso incantatore et compagni del dicto datio per luy, non possa esser molestato per le altre libre ccccxl restarano per l'altra mitade come di sopra.