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272. Francesco Sforza a Gracino da Piscarolo 1452 giugno 18 Longhena e Dello

Francesco Sforza comunica a Gracino da Piscarolo di aver concessi certi privilegi ai nobili de Curte di Pavia. Alcuni di loro hanno dato, per tale concessione, una certa sovvenzione al duca. Egli (Gracino) deve avvicinare quelli, di detti nobili, che non hanno versato niente e sollecitarli a farlo: se non vorranno, non godranno di tali privilegi, perché «è debito et honesto» che chi gode «del beneficio d'essa confirmatione, senti anche del carico dela subventione».

[ 43r] Gracino, havemo confirmato ali nobili de Curte, nostri citadini de Pavia, certi privilegi in la forma, qual vederai per nostre littere superinde concesse, per la qual concessione essi nobili ne hanno subvenuto de certi denari, li quali hanno exbursato alchuni de loro, per più presta expeditione, cum conventione che se li altri nobili, a cui specta, non contribuirano al pagamento deli dicti denari per la loro rata parte, non possano gaudere dela concessione predicta infino che habiano satisfacto. Pertanto volemo che faci noticia ali predicti nobili, a quali può spettare questa cosa, in quella forma te parirà, per chiarirte se voleno contribuire pro rata, ut supra, et gaudere de dicta concessione, e non et volendone gaudere, infra quanto tempo voleno satisfare cum effecto per la loro rata, et segondo che faray supra de ciò, vogline avisare per tue littere. Et questa è la nostra intentione, perché ne pare così debito et honesto che, chi vole sentire del beneficio d'essa confirmatione, senti anche del carico dela subventione (a). Ex castris nostris felicibus apud Longhenam et Addellum, die xviii iunii 1452.


(a) Da Et questa a subventione aggiunto a margine.