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288. Francesco Sforza al podestà di Pavia 1452 giugno 15 Dello

Francesco Sforza impone al podestà di Pavia di fare avere il cavallo dello squadriero Guglielmo da Viadana, fattogli lì sequestrare. I presunti creditori adiscano le vie legali, ma, lo avverte, «questi presenti tempi non richiedono siano arrestati li cavali ali soldati».

Potestati Papie.
Maraviglemose grandimente de ti che, havendo Guilielmo da Viadana, nostro squadrero, facto condure lì a Pavia uno suo cavalo ad medicinare, ad instantia de persona veruna, sia chi voglia, glo habi facto sequestrare et arrestare. Pertanto te scrivemo et comandiamo che subito, remota ogni exceptione et contradictione, glo faci licentiare et liberare, et in tal modo che ad ogni sua voglia lo possi rehavere, perché questi presenti tempi non richiedono siano arrestati li cavali ali soldati. Quelli chi si pretendano creditori d'esso Guilelmo, domandano in rasone che ben provederemo saranno satisfacti dal dicto Guilelmo de tuto il loro credito per altra via, che per arrestatione deli cavali li quali say bene bisognano de presente. Ex nostro felici exercitu appud Adellum, die xv iunii 1452.