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32. Francesco Sforza al vescovo di Pavia 1452 aprile 21 Milano

Francesco Sforza chiede al vescovo di Pavia di ritrattare quanto di calunnioso ha detto contro Francesco Giorgi.

Domino episcopo Papiensi.
Reverende in Christo pater dilectissime noster, il nobile Francisco Zorzo, nostro dilecto familiare, cum nuy s'è pur doluto dela vostra paternità dicendo che ad instantia de alchuni soi malivoli et adversary non intese le rasone sue, vi seti mosso contra luy in modo che ad esso Francisco è pur stato vergogna et vilipendio, ma perché, come si dé rendere certa la vostra paternità amamo pur l'honore deli nostri et d'ogni loro mancamento havemo pur displicentia, confortiamo et carricamo vostra reverentia che essendo sequito cosa veruna indebitamente in mancamento del'honore et fama et anche dele rasone del dicto Francisco, per non vera informatione la voglati revocare et farne tal demonstratione che noto sia a cadauno siati amatore dela iustitia et dela veritate et che per false significatione non voleti preiudicare in l'honore nì in lo havere et persona veruna como si rendemo certissimi fariti et per lo debito vostro et per observatione dela iustitia, dela quale sapiamo siti amatore et observatore. Mediolani, xxi aprilis 1452.