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330. Francesco Sforza al podestà di Piacenza 1452 luglio 19 Trignano

Francesco Sforza ordina al podestà di Piacenza di revocare il sequestro posto ai beni del defunto Giovanni Galeazzo Anguissola, sequestro contro cui hanno fatto ricorso la vedova del defunto e parte dei figli (Martino Maria, Filippo Maria e Carlo), avversi al vincolo dei beni richiesto dai figli Lazzaro e Palamides.

Potestati Placentie.
Dilecte noster, havemo querela per parte de Aluysia, quondam consorte de Iohannes Galeaz Anguissiola, Martino Maria, Filipo Maria, Carlo, fratelli e figlioli del dicto quondam Iohanne Galeaz, et d'essa Aluysia che, a petitione de Lazaro e de Palamides, figlioli e fratelli, novamente li sono sequestrati tuti li lor beni possedeno in la iuriditione de Piazena. E, questo anno fatto, dicti Lazaro e Palamides, perché essa Aluysia e li dicti Martino Maria, Filipo Maria et Carlo anno dicto volere la dote sua et la parte a loro contingente deli beni comuni et che voglino provedere dicti sequestri siano relevati, como contra el debito facti et cetera, per la qual cosa, non parendo a nuy honesto, né licito che le differentie nascano tra madre et figlioli et frateli cum simili modi se debano decidere [ 53r] et levare via, anzi cum honestate mediante la iustitia essere cognosute et terminate, te scrivimo et voglimo faci revocare dicto sequestro et redure le cose neli soy primi termini, poy chi vole domandare, doman[d]i per la via dela iustitia, la quale intendemo a caduno indiferenter si administrata. Ex nostro felici exercitu apud Trignanum, die ut supra MCCCCLII.