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384. Francesco Sforza a Stefano Sanvitale 1452 luglio 28 Gabbiano

Francesco Sforza sollecita il conte Stefano Sanvitale a intervenire presso Niccolò Pallavicino perché al ricorrente Franceschino Datinzano, abitante a Sessa, debitamente restituisca il suo possedimento di Fontanellato.

[ 62r] Comiti Stefano da Sancto Vitali.
Esendose condoluto più fiate da nuy Franceschino Datinzano, habitatore de Sessa, che per Nicholò Palavicino indebitamente et de facto già tolto una sua possessione, quale è nel territorio et iuri[s]ditione vostra de Fontenalate, segundo dice dicto Francischo, per due volte avemo scrip[t]o al dicto Nicholò gli voglia restitu[i]re dicta possessione, essendo la cosa como dice dicto Francischino, non (a) l'à restituito, nì etiamdio ha scripto dela casone perché non la renede (b): il perché intendendo nuy et volendo che la iustitia habia loco, et considerato essa possessione essere de vostra iuri[s]ditione, ve scrivemo et (c) comittiamo, intesa che habiati dicta differentia, providiate opportunamente ch'el dicto Francischino non remanga spoliato indebite dela cosa sua, anti li sia defexa, como la rasone, et in tal modo che esso Francischino non habia più venire da nuy cum debita querela, et como siamo certissimi che fariti. Ex nostro felici excercitu apud Gabianum, die xxviii iulii 1452.


(a) Segue l'à restituti depennato.
(b) Così in A.
(c) Segue comandiamo depennato.