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386. Francesco Sforza al podestà di Pavia 1452 luglio 28 Gabbiano

Francesco Sforza ordina al podestà di Pavia di convocare il connestabile della locale porta di Sant'Agostina e, accertato che ha pretestuosamente requisito il cavallo che un famiglio dell'uomo d'arme ducale Giovanni Zota portava al padre del suo capo, gli faccia rilasciare l'animale.

Potestati Papie.
Iohanne Zota, nostro homo d'arme dilecto, ne dice che, mandando luy uno suo cavalo al padre per uno suo famiglio, quando el fu a Pavia, el nostro contestabile de porta Sancta Agustina, perché dicto cavalo era senza sela, non obstante che lo dicto famiglio avesse el boletino et littere d'esso Iohanne se drizavano al dicto suo padre, sotto protesto che fugiva, gli à retenuto lo cavalo et, quamvis el dicto famiglio habia dappoy ancora per littere del padre d'esso nostro homo d'arme como non fugiva, tamen non poduto rehavere el dicto suo cavallo: dil che ne pigliamo admiratione. Et pertanto te scrivemo et volemo che habi da ti esso contestabile, et trovando essere vera le cose narate, provede che relassa el dicto cavalo libere al dicto famiglio, quale retorna per questa casone el cavalo predicto, siché de ciò più non sentiamo querela. Ex felicibus nostris castris apud Gabianum, die xxviii iulii 1452.