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424. Francesco Sforza al capitano della Martesana 1452 agosto 5 Quinzanello

Francesco Sforza ordina al capitano della Martesana di rimettere i beni di Giovanni d'Alemania nello stato in cui erano prima che partisse per i servizi ducali.

Capitaneo nostro Martesane.
Dilecte noster, denuo havimo querela da Iohanne d'Alamania et nomine de sua dona che al sia molestato in alcuni beni, ala cui possessione è stato (a) pacifice ben deceocto anni, ad instantia d'una sua fiastra et tolti nati in essi doppo la venuta sua in campo, deli quali ne doveva vivere la brigata sua. Per la quale cosa, non intendendo nuy che al dicto Giovane (b), nostro famiglio, sia facta iniuria, maxime considerata la sua absentia neli servitii nostri de presente, dali quali non se pò partire, siamo contenti et volemo provediati non li sia dato impazo alcuno in essi beni facendo revocare ogni novitate gli sia fata doppo l'absentia sua da lì e (c) fato reponere le cose in pristinum statum. Et demum supersediati in causa me[n]tre averiti altro in contrario. Ex felicibus nostris castris apud Quinzanum, die v augusti 1452.


(a) Segue ben depennato.
(b) Segue sia depennato.
(c) Segue st depennato.