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433. Francesco Sforza al podestà di Milano 1452 agosto 6 Quinzanello

Francesco Sforza ordina al podestà di Milano di fare in modo che la vedova Bianchina Vimercati e il figliolo minorenne possano godere con serenità dei loro beni. Vuole pure che la vedova realizzi dai suoi debitori quello che le è dovuto.

Potestati Mediolani.
Havimo querela da Bianchina da Vimercato, vedova nostra dilecta, etiam a nome de suo figliolo minore, perché dice uno suo cogniato non li lassa godere la parte sua de certi beni, quali sono in comunione, et fagli de molte oppresione e disp[i]acere, perché la cognosce inabille a defendere sua rasone, per la quale cossa, essendo questo penitus alieno dala nostra mente, volemo e comandemote che provede per ogni modo che la dicta dona, osia el dicto minore, possedano pacifice et quiete la parte d'essi beni a loro debitamente spectante, per forma che non habiano digna casone de lamentarse. Ceterum, volemo che gli fazi rasone sumaria et expeditissima senza alcuno litigio contra certi soy debitori, siché quod, absque temporis dilatione, l'habiamo (a) suo dovere integramente, como omnimode intendemo. Ex felicibus nostris castris apud Quinzanum, die vi augusti 1452.


(a) Così in A.