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48. Francesco Sforza al capitano e castellano di Melegnano 1452 aprile 25 Milano

Francesco Sforza vuole che il capitano e castellano di Melegnano chiami da lui Bartolomeo Fasolo e Venturino Mantegazi, dai quali l'uomo d'arme ducale Giacometto da Bianzago vanta dei danari, e, appurato qual'è il vero credito di Giacometto, costringa i due a versare il dovuto.

Capitaneo et castelano nostro Melignani.
Dillecte noster, Iacometo da Bianzagho, nostro homo d'arme, ne dice dovere havere certa quantità de dinari da Bartolame Fasolo e da Venturino di Mantegazi per le casone se contene in publico instrumento de obligatione, dali quali, quamvis più fiate habiamo requesto soa satisfacione a, non la pò consequire. Pertanto havendo ad operare dicto Iacometo in li bisogni nostri, como li altri homini d'arme nostri, per forma non pò atendere a litigare, te scrivemo et volemo habi da ti esso Bartolame et Venturino, et constandote, intexe le parte, del vero credito del dicto Iacometo, astrengi li dicti Bartolameo et Venturino a satisfare a dicto Iacometo de quanto gli denno dare, procedendo sopra di ziò somariamente et expeditamente senza litigio alcuno per modo non senziamo altra lamenta. Data Mediollani, die 25 aprilis 1452.


(a) In A sastisfacione con la seconda s depennata.