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484. Francesco Sforza al luogotenente di Piacenza 1452 agosto 17 Quinzanello

Francesco Sforza ordina al luogotenente di Piacenza che, vista la supplica dei fratelli piacentini Giovanni e Andrea Salvatici, che si lagnano del conte Francesco Scotti per aver loro danneggiato il «torcio» che portava l'acqua nella loro possessione, convochi detto conte e, constandogli che immotivatamente e di sua autorità ha fatto tutto ciò, lo obblighi a risarcire i danni e ad astenersi da tali dispotici atti.

Locumtenenti Placentie.
Intenderiti per l'inclusa supplicatione di Giovanne et Andrea, fratelli di Salvatici, nostri citadini de quella citade de Piesenza, il lamento fano del conte Francischo Scoto, il quale gli à guasto uno torcio per lo quale conducevano l'aqua ad una sua possessione et, contra ogni debito de iusti[ci]a, secondo più chiaramente intenderiti per l'introclusa supplicatione. Pertanto ve scrivemo et volemo habiati subito da voy dicto conte Francescho Scoto et, constandove che, senza alcune vie de rasone, de sua autoritate, habia guasto dicto torcio, provideti opportunemente et como vi parerà debito et convenienti che li dicti supplicanti siano satisfacti et reffacti del danno loro, et che per lo avenire dicto conte Francesco se contengna di fare simile acto de sua autoritate, et se dali dicti fratelli pertende dovere havere domanda per la via dela rasone, la quale volemo che indiferenter sia administrata a caduno. Ex felicibus nostris castris apud Quinzanum, die xvii augusti 1452.