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505. Francesco Sforza al podestà, al referendario e al rettore dell'arte della lana di Parma 1452 agosto 19 Quinzanello

Francesco Sforza ordina al podestà, al referendario e al rettore dell'arte della lana di Parma di non permettere che si conducano panni stranieri, tranne quelli fiorentini, avendo però l'avvertenza che non si spaccino per fiorentini panni che tali non sono. Vuole, ancora, che si disponga, segondo l'usitato, che i panni portati a Parma per essere solo lavorati («parighiati»), ritornino poi ai loro luoghi di provenienza.

Potestati, referendario, rectori artis lane civitatis Parme.
Siamo avisati dali nostri officiali in Parma e da molti altri cittadini de Parma che in quella nostra citade se conducono multi pani foresteri, como sono tramontani et altri pani in grandissimi detrimenti et danno de essa nostra citade et dela Camera nostra et contra li ordini de quella. Il che non intendendo nuy tollerari, anci farli debita e oportuna reparacione, vi scrivemo et comittemo vi informati de questo facto, et gli faciati tale provissione che contra li predicti ordini et l'usitato non gli sia conduto da mò inanci pano veruno forostero, como volgia si sia (a) salvo che di fiorentini deli quali siami contenti gli sia conduto i[n] la forma che altra volta fu parlato, et habiassi bona avertencia che sotto velame de fiorentini non gli siani conducti altri foresteri contra li predicti ordini. Dicemo anchora deli pani chi sono portati da div[er]si lochi (b) ad parighiare in Parma e poy non sono reportati a quelli medesimi lochi, segondo che denno et è usitato, faciati talle provissione che siano portato indredo ad essi stesi lochi, como è usitato di fare nel passato et como è la nostra intencione per non fare danno a quella universitate del'arte de lanna in detrimento ala Camera nostra, como intendiriti. Ex felicibus castris nostris apud Quinzanum, die xviiii augusti 1452.


(a) Segue como volgia si sia ripetuto.
(b) Segue segondo che denno et è espunto.