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514. Francesco Sforza al podestà di Piacenza 1452 agosto 20 Quinzano d'Oglio

Francesco Sforza impone al podestà di Piacenza di non intaccare le entrate della città per avere il suo salario, che deve realizzare dalle condanne della comunità: qualora queste non bastassero, si rifaccia sulle condanne devolute alla Camera ducale.

Potestati Placentie.
Perché l'intrate ordinarie de quela nostra citade de Piasenzia se convenneno spendere e dispensare in altro, te scrivemo et comandiamo che, per casone del tuo salario non ne debie removere né tocare puro uno denaro, ma solum te pagi dele condemnatione spectante ad essa comunitate, como è stato usitato per li altri toy precessori al tempo del signore duca passato, et quele non suplendo, te satisfaci dele pertinente ala nostra Camera, le quale se rendemo certissimi sarano tante che, volendo essere solicito, como debitamente dè essere, che tra l'une (a) et l'altre compitamente te satisfarano. Ex felicibus nostris castris apud Quinzanum, die xx (b) augusti 1452.
Cichus.


(a) che tra l'une in interlinea.
(b) In A xxi con i depennato.