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518. Francesco Sforza al viceluogotenente, al podestà, al referendario e ai presidentes di Piacenza 1452 agosto 21 Quinzano d'Oglio

Francesco Sforza fa presente al viceluogotenente, al podestà, al referendario e ai presidentes di Piacenza la necessità di richiedere, per esigenze della guerra, che siano subito approntati i carri richiesti. Vuole che questo nuovo onere sia equamente distribuito fra tutti, nessun escluso. Dice, poi, che non può concedere che il contributo per il Castello di Milano venga fatto diversamente che non in ducati.
Vice locumtenenti, potestati, refferendario ac presidentibus negotiis civitatis nostre Placentie.
Como siamo ben certi che cognosciti, non possiamo de manco che, in questa resistentia dela guerra per volere dare quiete in lo advenire ali nostri subditi, non gli diamo de presente deli carichi et graveze chi occurrano necessarie. Per la qualcosa de novo vi scrivemo et carichamo pur assay vogliati dare presto ordine a quelle carre, che novamente vi habiamo facto rechiedere, per forma che presto siano a puncto. Et ad ciò che questo carico manco ve agrava, siamo contenti et volemo che le faciate dividere in forma et compartire che cadauno, voglia exempto, voglia non, ne sustenga et porta la portione sua non exceptando veruno, habiando tale advertentia in questo compartito che segondo la possibilitate, ogni homo sustenga la contingente et debita parte, ma supratuto faciti opera, quanto piutosto sia possibile, siano ad ordine ad ciò che ad ogni nostra requesta le possiamo havere et valersene al bisogno: et questo non vi dè reincressere, perché intendemo satisfare vuy a questa spexa. A quella parte del pagamento del carregio del Castel nostro de [ 85v] Porta Zobia de Mediolano, le quale rechiedete vogliane essere contenti si facia a bislaci, como è stato nel passato, vi respondemo che, considerato li altre nostre citade et terre tute pagano a ducati, et per non dare materia ali altri de gravarse ch'el vi sia facto meliore condictione a voy, del che ne resultaria grandissimo damno, volemo che da mò inanti pagati a ducati como fanno li altri senza altra exceptione. Ex nostris felicibus castris apud Quinzanum, die xxi augusti 1452.
Cichus.