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532. Francesco Sforza al podestà di Pavia 1452 agosto 23 Quinzano d'Oglio

Francesco Sforza ordina al podestà di Pavia di chiamare presso di sè Gianantonio Marliani, e, confermato da lui quello che Agostino Cenevero dice, quando insieme si portarono con i fanti a Tortona ed ebbe da Agostino dei denari, che mai restituì, faccia in modo che Agostino abbia adesso, per vie brevi, i denari che gli toccano con le annesse spese.

[ 88r] Potestati Papie.
Augustino Cenevero, il quale fu mandato per la nostra comunitate cum alcuni fanti ad la citade de (a) Tredona, dice che al de' havere da Iohanneantonio da Marliano, el quale se conduxe cum luy, et poy non volse scrivere, certa qua[n]titate de dinari, como da luy intenderay et poteray vedere per alcuni scripti te mandiamo presente et incluxe. Et perché questa non è cosa da condure per litigio, nì volemo sia deducta, te scrivemo et committemo habi da ti dicto Iohaneantonio et, intexa la cosa, provede opportunamente che al satisfatia al dicto Augustino de tuto quelo debitamente li sarà attenuto, sì per la sorte deli dinari prestati, como per le spexe hinc inde facte per questa casone et fa per forma non ne sentiamo più iusta querela. Ex nostris felicis (b) castris apud Quinzanum, xxiii augusti MCCCCLII.


(a) Segue Verona depennato.
(b) Così in A.