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550. Francesco Sforza a Corradino Giorgi 1452 agosto 26 Quinzano d'Oglio

Francesco Sforza ordina a Corradino Giorgi di fare avere prontamente al cappellano ducale i centocinquanta ducati promessigli per l'abbazia di San Savino. Il prete si dice disposto che Corradino si porti dal giudeo, che ha i suoi pegni per centotrenta ducati e glieli riscatti.

Domino Coradino de Georgiis.
Il venerabile don Iohan Batista, nostro capellano, se agrava che non gli dati li ducati cento cinquanta gli seti atenuto a dare, et volemo gli diiati per la conventione facta, como ben sapereti, per cason de quella abbatia de Sancto Savino, volendo vuy menare in longo cum termini et altre dilatione, che non è nostra intentione, et anche el sacerdote sapiamo non ha il modo a potere aspetare per le spexe ha facte grande in questa fatienda. Pertanto ve scrivemo et comandiamo servi modo, et senza altre dilatione, ch'el sia satisfacto da vuy per li dicti ducati cento cinquanta, che tuto quello v'è stato promisso dal canto suo vi lo faremo pienamente observare, et de questo non dubitati, ma fati per modo che più non habiamo a scrivere per tale casone, che nostra intentione è omnino gli diati dicti dinari. È contento anchora dicto sacerdote, per più vostro acontio, che andati dal zudeo che ha li pigni suoy per ducati cento trenta et che li rescotiati e pigliati quello megliore termino poteti con esso zudeo, purché luy rehabia li pigni suoy. Et in caso non fatiati così, volemo omnino habia li denari suoy, como havemo dicto. Ex nostris felicibus castris apud Quinzanum, die 26 augusti 1452.