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63. Francesco Sforza ai castellani di Cremona 1452 aprile 19 Milano

Francesco Sforza vuole che i castellani di Cremona (dopo che Arasmo Antonio, i fratelli e Ambrogio, tutti Givulzio (Trivulzio ?) insieme a Caterina da Meda hanno convenuto di affidarsi a un compromesso a opera di Sillano Negri) si trovino con Ambrogio e lo inducano a scrivere a uno dei tre procuratori, perché essi rifiutano di intervenire a tale compromesso senza un autografo suo (come dei fratelli) e trasmettano la risposta ad Angelo, auditore ducale.

Castelanis Cremone.
Dilecti nostri, per la differentia vertisse fra misere Arasmo Antonio, nostro conseliero, e li frateli e Ambrosio, omnes da Givultio, per una parte, e domina Caterina da Meda per l'altra, sono concordate le parte, zoè li diti missere Arasmo e Antonio e domina Catarina fare compromeso in nel (a) egregio doctore messere Silano di Negri, nostre consigliero, siché pertanto ve scrivemo vogliati trovare con lo dicto Ambrosio e fare ch'el scriva de sua propria mane ad uno de questi tri procuratori qua, silicet Iohanne da Dugnano, Iohanne da Rebecho ha ad Aluiso Oldano, secondo che loro richiedeno, et perché recusano de tenere mane in esso conpromesso senza sua specialiter scritura debiano consentire al dito compromesso, come è honesto e debito, facendo così li predicti frateli del dicto Ambrosio, aziò che la iustitia abia loco, mandando la resposta ale mane de messer Angelo, nostro auditore, el quale è informato de questo fato. Data Mediolani, die xviiii aprilis MCCCCLsecundo.


(a) Segue qualle depennato.