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706. Francesco Sforza a Giovanni Ludovico Pallavicino 1452 ottobre 1 Leno

Francesco Sforza rinnova al marchese Giovanni Ludovico Pallavicini la sollecitazione alla restituzione, pur già promessa, delle cose tolte agli uomini di Caorso. Gli chiede, poi, di voler mandare la lettera della commissione a Bartolomeo Baratteri per la vertenza della «sariola», perché la si definisca secondo giustizia.

[ 117r] Domino Iohanni Ludovici, marchioni Palavicino.
De novo havemo lamenta dal spectabile domino Otto da Mandello che le cose tolte ali homini suoi da Caursio non sono state restituite, segondo ve havemo scripto, et per parte vostra n'è stato rescrito et, se pure alchune vi sono state restituite, che quelli de chi erano, hano bisognato dare securitate, et pur non hanno poi possuto havere la roba sua. Essendo così, n'è da pigliare admiratione, et parce sia in mancamento del'honore nostro et vostro, como per altre supra de ciò ve havemo scripto. Pertanto, de novo ve scrivemo, stringemo et carichamo pur assay, se amati el nostro honore, como amemo nuy el vostro, servati tal modo ala restitutione de quelle cose, che più non ve n'habiamo a replicare lettere, nì a sentire querella da quelli homini da Caursio, li quali continuamente ne sono ale spale per questo facto. Ceterum, vogliati mandare la lettera dela commissione a messer Bartolomeo Baratero per la differentia dela sariola, ad ciò la possa diffinire, como vole la rasone et como siamo certissimi che farà. Data in castris apud Lenum, die primo octobris 1452.