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720. Francesco Sforza al referendario di Cremona 1452 ottobre 3 Leno

Francesco Sforza vuole che il referendario di Cremona non dia molestia all'ebreo Bonaventura, abitante a Pizzighettone, importunato ad instanza dei dazieri degli usurai al pagamento del dazio, avendo egli anche fatto rilevare che Pizzighettone ha giurisdizione separata da Cremona e osservato, altresì, che gli ebrei residenti a Casalmaggiore e a Castelleone non sono tenuti a tale pagamento.

[ 119v] Referendario (a) Cremone.
Dilecte noster, havemo lamenta da Bonaventura, (b) ebreo, habitatore dela nostra tera de Picigitone, che, ad instantia deli datiari del datio deli usurari de quella nostra citade, lo astrengi al pagamento del dicto datio et contra ogni debito de rasone, sì perché dapoy è conducto a Picigitone non è stato may astrecto a tal pagamento, sì perché la terra di Picigitone ha iurisditione separata da Cremona per forma non ha a fare cum la citade in simile cose, et che quelli ebrei stanno a Casalmaiore et a Castelleone non sono etiandio astricti a tale pagamento, per le qual cose debitamente non dè fir astretto. Pertanto, parendone queste sue rasone assay conveniente et debita, te scrivemo et volemo, essendo così vero, como ello dice, desisti de darle tale molestia. Quando la cosa sia altramente, volemo per tue lettere ne avisi. Data in nostris felicibus castris apud Lenum, die tertio octobris 1452.


(a) Segue potestatis depennato.
(b) Bonaventura scritto in interlinea su da Samuel depennato.