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831. Francesco Sforza a Onofrio Anguissola 1452 ottobre 31 Calvisano

Francesco Sforza intima al conte Onofrio Anguissola di restituire carro, buoi e ogni altra cosa tolta a Giovanni Anguissola da Vigulzone, pena, in caso di continuata disobbedienza, la perdita di ogni esenzione e del feudo. Lo amonisce a voler obbedire i suoi officiali, e specificatamente al podestà e al luogotenente di Piacenza, come dovrebbe obbedire al duca. La smetta, infine, di importunare, a sua arbitrio, il predetto Giovanni: adisca, occorrendo, le vie legali.

Comiti Honofrio Angussole.
Più volte ve havemo scripte, et simelmente ali offitiali nostri de Piasenza, che debeati restituire lo carro, bovi et ogni altra cosa per voy tolta a misser Iohanne Angussola da Vigulzone: la qual cosa fin a qui non havete voluto fare, de che non puoca admiratione prendemo de voy, che dele littere et offitiali nostri faciati così puoco concepto, avisandovi che non solamente nuy volemo essere obediti, ma volemo etiandio siano obiditi li offitiali habiamo in quelle parte et altroe. Per la qual cosa de novo vi scrivemo e comandemo, ala pena dala privatione dele exemptione et feudi vostri, che fra dieci dì, doppo la presentatione dela presente, debeati havere restituito dicto carro, bovi et ogni altra cosa tolta al dicto domino Iohanne et segondo vi comanderano etiandio li offitiali nostri de Piasenza, cioè, il locotenente et potestà, ali quali volemo obediate supra de ciò, come ala nostra propria persona; et ulterius desistati de dare molestia ad esso domino Iohanne per qualunca cosa habeati cum luy differentia, perché non intendemo né volemo tollerare che niuno, in facto proprio, si administri da se stesso rasone, et se haveti a fare el prefato domino Iohanne domandatigli cum la via dela rasone, che non vi sarà negata, ymo vi sarà facta. Et così scrivemo ali dicti nostri locotenenti et potestà debiano fare et voy vogliati fare in questo, como doveti, et tante volte v'è scripto, senza altra replicatione de littere. Data in nostris felicibus castris apud Calvisanum, die xxxi octobris 1452.