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870. Francesco Sforza al podestà di Piacenza 1452 novembre 9 Calvisano

Francesco Sforza ordina al podestà di Piacenza di convocare presso di sè Damiano da Pagazzano e Cristoforo Rinugnano o il figlio Luigi, che contendono per causa della dote della sorella di Damiano andata in sposa di Luigi. Cerchi di farli venire a un accomodamento. Non riuscendovi, li mandi da lui (se Luigi non può, perché giovane e neppure il padre può, perchè «è molto antiquo», mandino un sostituto con ampia delega).

[ 145r] Potestati Placentie.
Vertisse differentia tra Damiano da Pigazano, per una parte, et Christoforo Rinugnano ovvero Aluysio suo figliolo, citadini nostri de Piasenza, per l'altra, et per casone dela dote de una sorella del dicto Damiano, maridata nel dicto Aluysio Rinugnano, la quale dote a dicto Aluysio dice debitamente essere sua et lo dicto Damiano, in contrario, dice debitamente non essere attenuto de dargla, et segondo melio intenderay dale dicte parte. Et perché ne saria grato tale controversia senza litigio si tolesse via, te committemo et comandemo habi da te esse parte et cum ogni tuo ingenio, diligentia et studio faci opera de accordare dicte parte insieme, per forma che per questa casone non habiano più a contendere l'uno cum l'altro. Quando pur non potessi concordarli, volemo comandi ad essi Damiano et Aluysio vengano personalmente ala presentia nostra, perché omnino volemo vedere se si poterano concordare. Non potendo dicto Aluysio, perché, segondo n'è stato referito, è molto zovene, ovvero Christoforo, suo padre, perché intendemo è multo antiquo, venire alla nostra presentia, che gli manda uno per loro cum arbitrio de potere fare in questo facto como loro medesimi. Data in nostris felicibus castris apud Calvisanum, die nono novembris 1452 (a).


(a) Segue debitame depennato.