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898. Francesco Sforza al console di Acquafredda 1452 novembre 14 Calvisano

Francesco Sforza vuole che il console di Acquafredda, accertato che prete Antonio da Montemorro è vero creditore, come dice, di certo individuo soprannominato Cornagia, uomo d'arme di Gentile da Leonessa, governatore dell'esercito veneziano, gli consenta si soddisfarsi di tale suo credito con le cose del Cornagia che si trovano lì. Del pari consenta allo stesso prete di fare, sempre per le stesse ragioni, con le robe di un tale chiamato Pectenato.

Consuli Aquefrigide.
Pre' Antonio da Montemorro de Lercarne dice ch'el dè havere certa quantitate de denari da uno homo d'arme de Gentile da Leonessa, gubernatore delo exercito venetiano, il quale si domanda el Cornagia per casone di frumento, vino et altre robe date ad esso Cornagia, et perché dicto Cornagia, segondo dice, ha lì certa sua roba, domanda de quello essere satisfacto. Per la qual cosa te comandemo et volemo che, facendote esso pre' Antonio fede opportuna del credito suo, gli faci fare debito pagamento in la roba del dicto Cornagia. Il simile dice mò gli faci contra uno, domandato el Pectenato, dal quale dice dovere havere certa altra quantitate de denari, como da luy intenderay. Data in nostris felicibus castris apud Calvisanum, die xiiii novembris 1452.