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959. Francesco Sforza al podestà di Cremona 1452 novembre 28 Gambara

Francesco Sforza vuole che il podestà di Cremona accerti la verità di quanto affermano gli uomini della Capella di Picinardi, cioè che vi sono in detto luogo dei cittadini che sostengono di non essere tenuti a pagare i contributi locali affermando che già pagano quelli di Cremona. Asserzioni ritenute dai locali mere «zanze». Appurato che sono solo evasori, li costringa a pagare.

Potestati Cremone.
Gravimente se lamentano li homini nostri dala Capella di Picinardi del distrecto nostro de Cremona, che sono alchuni chi habitano in quello loco, li quali non voleno contribuire cum essi ali occurrenti carighi, defendendosse cum parole che sono gentilihomini et citadini de Cremona et che pagano in Cremona: il che, dicono dicti homini, non essere vero et che non pagano né cum la citade né cum loro, ma si vanno così coprendo cum tale zanze per non pagare in loco veruno, et como melio intenderay da loro homini. Per la qual cosa parendo a nuy de non tolerare simile cose, et maxime in tali tempi, como de presenti occurreno, che è necessario che ogno homo paghi, volemo, et sì te committemo che diligentemente te informi de questo facto, et trovando essere vero che quelli talli, nì cum li homini dala Capella, nì cum la citade contribuiscano, providi opportunamente et expeditamente che pagano [ 163v] et contribuiscano cum li prefati homini dala Capella dove habitano, faciendo per forma che niuna dele parte si possa dignamente querelare. Data Gambare, xxviii novembris 1452. Dupplicate sunt littere sub data Cremone xxiii decembris 1452.