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963. Francesco Sforza al capitano della Martesana 1452 agosto 25 Gambara

Francesco Sforza ricorda al capitano della Martesana di avere scritto al comune e agli uomini di Carate che dovessero dare al loro officiale Antoniolo il suo salario e non molestarlo per le biade e il vino ai soldati. Ma detti uomini non hanno fatto quanto loro è stato comandato, per cui ordina al capitano di intervenire perché Antoniolo non abbia noie per biade, vino e «fauna» date ai soldati.

[ 164r] Capitaneo Martesane.
Scripsimo altre volte al commune et homini nostri da Carà dovessero dare liberamente et relaxare ad Antoniolo da Crema, suo offitiale, quello che dovia havere per casone del salario suo, non faciendogli molestia veruna per biada, nì vino si trova habia dicto Antoniolo a veruno nostro soldato nì alt[r]a in executione di nostre littere et comandamenti, ma perché dicti homini non hano exequito quello gli havemo scripto, segondo dice dicto Antoniolo, volemo et committemote che per casone dele dicte biade, vino et fauna date, como havemo dicto, non lassi in alchuno modo molestare dicto Antoniolo, ymo gli faci satisfare interamente de tuto quello ch'el deba havere dali dicti commune et homini, et relaxare ogni sua roba gli havissino sequestrata, per forma che interamente habia la satisfactione sua, et non habia più a venire da nuy per questa casone, faciendogli etiandio rasone summaria et expedita contra qualunca suo vero debitore. Data Gambare, die xxv (a) augusti (b) 1452.


(a) In A xxviiii con iiii depennato.
(b) Così in A.