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987. Francesco Sforza al podestà di Piacenza 1452 dicembre 9 Cremona

Francesco Sforza, inteso che, tramite il piacentino Francesco Stricto, si è addivenuti a un compromesso tra Giacomo e Antonio, fratelli da Rivalta, da una parte, e Franceschina e Margherita, consorte di Paolino, e Leone Arcelli, o chi per loro, dall'altra, vuole che il podestà di Piacenza chiami il compromissario sollecitandolo a risolvere la vertenza amichevolmente. Non riuscendovi, e se si richiederà l'intervento di un saggio, lo si conceda, purché le parti siano d'accordo, altrimenti spetterà al compromissario concludere la controversia in base al compromesso.

Potestati Placentie.
È facto compromisso, segondo intendemo, in Francesco Stricto, citadino nostro de Piasenza, de una differentia vertisse tra Iacomo et Antonio fratelli da Rivalta, per una parte, et Franceschina et Margarita, consorte de Paulino, et Leone de Arcelli, o chi fa per loro, dal'altra parte. Ad ciò adonca dicta causa cum manco affano et disturbo d'esse parte habia sua terminatione, te committemo et volemo habi da ti esso compromissario et comandali decida dicta differentia amicabiliter et de concordia, se l'è possibile, dele parte, et in questo gli adopera ogni suo ingenio et studio. Et non potendo havere loco la concordia, et essendo requesto procedesse a tale decisione cum consilio de savio, siamo contenti lo facia, dummodo ambe le parte così se contentano, et non altramente non havendo loco questa via, comanda ad esso Francesco compromissario antedicto proceda ala cognitione et terminatione de quella segondo la continentia del compromisso, per forma che a niuna dele parte se dia iusta casone de lamentarse. Data Cremone, die viiii decembris 1452.