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1183. Francesco Sforza a Giovanni de Caymis 1453 aprile 5 Milano

Francesco Sforza vuole che Giovanni de Caymis, cancelliere e commissario di Pizzighettone,preso atto di quanto esposto nella supplica dal pizzighettonese Giovanni de Vayla, lo mantenga nella conduzione della possessione affittatagli da Giovanni da Scalfo in virtù dei poteri liberamente accordatigli dal proprietario Luigi da Fissiraga, che, ignaro di tale locazione, aveva, poi, concessa tale possessione a Martino da Grazano, che surretiziamente s'era portato a Piacenza, dove Luigi abita, per farsi locare la medesima possessione che sapeva già regolarmente data in affitto a Giovanni de Vayla.

Iohanni de Caymis, canzellario et comissario Pizleonis.
Zohanne de Vayla, habitatore di quella nostra terra de Pizitone, ne ha significato con lamenta che, havendo lui conducta una posessione a ficto da Zuane da Scalfo, il quale haveva commissione e possanza de potere afictare la dicta posessione da Aluisio da Fixiraga, de cuy è in presentia, maxime de Martino da Grazano, el dicto Martino maliciose et subreptitie andò exinde a Piasenza, dove habita el dicto Aluisio, inscio premissorum et, sic investito da luy d'essa posessione in grandissimo detrimento d'esso supplicante et contra ogni debito de ragione, et nunc circha per questo de volere turbare el dicto supplicante in la posessione antedicta, secundo che sarai informato. La qual cossa, parendone inhonesta, te commettemo et volemo habii diligente informatione de predictis, et, trovando exposita veritati niti, provede expedienter che la dicta prima investitura facta nel dicto supplicante per esso Giovanne da Scalfo valia et tengha atque sia observata et mandata omnino ad effecto, per modo che de ciò non sentiamo altra querella, come è honesto, perché de una cossa non se pono fare doi investiture, e acioché niuno di sua malitia se habia a gloriare. Data Mediolani, quinto aprilis 1453.