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1428. Francesco Sforza al podestà di Pavia 1453 aprile 27 Milano

Francesco Sforza, considerando quanto gli ha esposto magistro Giovanni Matteo Ferrari de Grado, docente di medicina allo Studio di Pavia, e soprattutto che, per essere bloccato dall'insegnamento nello Studio di Pavia, non può lasciare la città, e tenuto, pure, conto che la causa, di cui si tratta è tra affini ed è stata avviata davanti al podestà di Pavia, ordina a detto podestà di convocare le parti e, se scopre che tra loro esiste tale affinità per cui in forza degli statuti vigenti, si debba dalle parti addivenire a un compromesso, faccia siffatto compromesso.

Potestati nostro Papie.
Animadvertentes ea, que nobis exposita sunt per seriem introcluse supplicationis parte magistri Iohannis Matehi de Ferraris de Grado, legentis in felici gymnasio nostro medecine Papie, et eo maxime quod is supplicans, dicta lettura implicitus, commode non posset se ab illa nostra civitate absentare, causa, pro qua agitur, inter affines est et ibi coram te incohata, committimus tibi et volumus quathenus, habitis partibus, si noveris tali eas affinitate iniuncta(s) esse, ut de vertente huiusmodi controversia, ex forma statutorum sive decretorum superinde vigentium, fieri debeat inter eas compromissum, eo casu, petitum compromissum iuxta formam antedictam fieri facias, quibuscumque in contraris non attentis. Data Mediolani, ut supra. (a)


(a) A margine: Pro spectabile Francisco Malete.