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1482. Francesco Sforza al podestà di Cremona 1453 maggio 3 Milano

Francesco Sforza replica al podestà di Cremona di non dare alcuna molestia al cremonese Antonio de Zuno, dopo che si è appurato, come gli è già stato scritto, che i buoi, oggetto della contesa e che gli erano stati tolti a Melzo a istanza di Pietro da Lamarasca, erano suoi.

Potestati nostro Cremone.
Nonobstante te commetessemo ali dì passati per nostre lettere, essendo nuy lì in Cremona, dovisti procedere contra de uno Antonio de Zuno cremonese, ad instancia de Petro da Lamarascha per casone d'uno pario de bovi, quali funo fati restituire ad esso Antonio per Petro d'Alona, tunc nostro potestà de Cremona, tamen, perché al presente siamo informati dela cossa come è passata dal dicto Petro, cioè che li dicti bovi furono restituiti ad esso Antonio, perché se retrovarono essere li suoi, quali gli furono tolti in Melcio, essendo lì per nostri servitii, secundo che per la inclusa copia latius intendarai, volemo et comandemoti non procedi più ultra né lasi procedere per questa casone contra el dicto Antonio, perché non intendemo gli sia dato impazo né molestia alcuna per la dicta casone. Mediolani, iii maii MCCCCLIII.