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247. Francesco Sforza al podestà di Piacenza 1452 luglio 28 presso Gabbiano

Francesco Sforza ordina al podestà di Piacenza di accertare la verità circa la denuncia fatta dai piacentini Guglielmo, Bartolomeo e Giacomo, fratelli Ansoldi, che cioè, contro il disposto degli statuti locali il suo vicario ha esonerato il soccombente Matteo Mignono dal pagamento delle spese processuali. Se così fosse, i ricorrenti siano ripagati di tali spese.

Potestati nostro Placentie.
Se querelano Guilielmo, Bartholameo e Iacobo, fratelli di Ansoldi de quela nostra cità de Piasenzia, che, havendo loro obtenuto una sententia contra Matheo Mignono, data per lo vicario tuo, esso vicario ha absolto el predicto Matheo dale spese fate in causa, la qual cossa è contra la forma deli statuti de quela nostra cità, che disponeno ut victus condemnetur in expensis, et cetera. Per la qual cosa te scrivemo e volemo che, se domandate le parte, trovaray essere cossì, come è predicto, provedi chi li supplicanti siano satisfati dele dicte spese legitime e segundo la forma d'essi statuti per modo che no(n) habiano iusta casone de condolerse. Ex felicibus nostris castris apud Gabianum, die xxviii iulii MCCCCLII.