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273. Francesco Sforza al podestà di Piacenza 1452 settembre 7 presso Quinzano

Francesco Sforza vuole che il podestà di Piacenza risarcisca il provvisionato ducale PietroToscano da Piacenza per la roba che il fuggitivo uomo d'arme Angelo da Zaponara gli ha portato via, insieme ai soldi, dalla sua casa di Piacenza; per la stima del risarcimento faccia riferimento alla roba che il predetto fuggitivo ancora conserva in quella città.

Potestati Placentie.
Petro Thoscano da Piasenza, nostro provisionato, dice che Angelo da Zaponara, homo d'arme, chi è fugito da nuy, gli ha venduto certa sua roba, quale era in la casa teneva dicto Angelo lì in Piasenza et portato via li denari. Et perché esso Petro, provisionato nostro, ha sentuto che lì in Piasenza de' essere dela roba del dicto Angelo, te scrivemo et committemo che, facendo dicto Pietro veridica fede dela roba sua predicta, et secondo el valore commune de quella, provede ch'el sia satisfacto in quella del prefacto Angelo che se trovarà lì, secondo a ti parerà sia debito et rasonevole, per modo (a) ch'el predicto Pietro non habia più a farne altra lamenta, né essere tenuto lì in tempo per questa casone. Ex felicibus nostris castris, ut supra.


(a) per modo ripetuto.