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278. Francesco Sforza al consigliere Oldrado Lampugnani 1452 settembre 10 presso Quinzano

Francesco Sforza assicura al consigliere Oldrado Lampugnani che, per quanto ha fatto nella vertenza tra il marchese di Soragna e Stefano da San Vitale, nessuno può legittimamente sospettare del suo comportamento. Procuri che le parti convengano nell'affidare la causa a una terza persona di fiducia che ponga fine alla controversia.

[ 76v] Domino Oldrado de Lampugnano, consiliario.
Dilectissimo nostro, havemo veduto et intexo quanto ce scriviti havere facto et operato per levare via la differentia vertisse tra il marchexe da Soranca e il conte Stefano de Sancto Vitali, et como vi seti deliberato non più impazarvene, perché una dele parte sì ve ha in suspecto et cetera: ale quale respondendo dicemo che non pensamo possa cadere in voi alchuna iusta casone de suspitione in questa causa. Et perché summamente desideremo sia tale differentia levata via, in modo che, como buoni gentilhomini vivano et vicinano ben insieme, adciò che niuno de loro, per paucitate de termino, zamay si possa condolere non havere potuto monstrare le sue rasone, como intendemo si agrava uno de loro, vi dicemo che, nonobstante el termino statuito per voy et che per quello non resta la causa indiscussa et puy a voy parendo sia, benché per altri sia conosciuta, vedeti de fare opera, como non dubitamo sapereti multo ben fare, che ambiduy se concordano in fare d'essa causa commissione in uno comune (a) confintende, il quale intenda et de rasone termina essa controversia, denique fati supra de ciò per questo modo o per l'altra via, como melio li poteti acordare che questa (b) cosa habia buon fine, et como siamo certi che fareti et nuy l'haveremo a singulare piacere et contentamento. Data in castris apud Quinzanum, die x septembris 1452.


(a) Segue amico depennato.
(b) Segue causa depennato.