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283. Francesco Sforza al luogotenente di Piacenza 1452 settembre 11 sine loco (presso Quinzano)

Francesco Sforza chiede al luogotenente di Piacenza di accertare se quanto asserito dall'uomo d'arme ducale Cristoforo da Autulengo corrisponda al vero. Indaghi su quanto narrato da Cristoforo, lì a Piacenza, che cioè egli venne a duello con un tale, detto Franzosio, e questi ci rimise gravi ferite e Cristoforo fu condannato dal podestà del tempo. Se così stanno le cose, siccome i due contendenti erano forestieri e si scontrarono di comune accordo, il duca non ha nulla in contrario a concedere la richiesta grazia al suo uomo d'arme e la cancellazione definitiva della sua condanna.

[ 77v] Locumtenenti Placentie.
De l'anno proximo passato ad requesta de Christoforo da Autulengo, nostro homo d'arme, il quale ne dixe che de certo tempo inanti, demorando in Piasenza, vene a differentia cum uno nominato el Franzosio et, de communia precordia, veneno ale spadezate et in questo remasto dicto Franzosio multo ferito, dove per lo potestà tunc de Piasenza fu condemnato esso Christoforo, et supplicone per questo gli volessemo fare gratia et fare canzelare ogni condemnatione facta per questa differentia. Per la qual cosa scripsimo al potestà nostro lì, essendo la cosa in questa forma che de concordia venissero ale spadezate, et etiam considerato che ambiduy erano foresteri, facesse canzellare et annullare esse condemnatione. Adesso è retornato a nuy dicto Christoforo dicendo che dicta condemnatione non gli era mai stata cancellata, pertanto vi scrivemo et committemo a voy vi informati di questa cossa, et essendo stato voluntario questo fare ale spadezate, como esso Christoforo narra, provideli omnino gli sia canzellata et annullata essa condemnatione per forma che per veruno tempo non gli sia data molestia. Ex castris, xi septembris 1452. (a)


(a) A margine: Intercedenti domino Laysino Bossio.