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285. Francesco Sforza ai Maestri delle entrate 1452 settembre 11 (presso Quinzano)

Francesco Sforza comunica ai Maestri delle entrate straordinarie che Stefanino da Bolla rivendica sui beni di suo padre Domenichino incamerati dalla Camera ducale crediti per interessi e dote di Aleganzina, già moglie di Stefanino, oltre a crediti di altra natura. Accertata la verità di quanto richiesto, il duca vuole che detti Maestri soddisfino la richiesta.

(a) Magistris intratarum extraordinariarum. (b)
Ne ha facto explicare Steffanino da Bolla, de quella nostra cità, che in li beni de Domenichino suo patre, applicati a quella nostra Camera per alchuni asserti excessi commissi per luy, è creditore per la casone dela dote et interessi d'essa dote de Aleganzina, olim moliere d'esso Stafanino, et anche per altra casone, como da esso sareti informato, et ne rechiede vogliamo providere ch'el non remanga spoliato de questi suoi crediti. Pertanto, parendo a nuy honesto che, sì per la dote et interesse di quella, come per gli altri crediti sia debitamente satisfacto, vi scrivemo et volemo che diligentemente intendiati le sue rasone et de quello lo trovareti vero creditore, provideti che in li dicti beni sia integramente satisfacto, como è debito et rasonevele. Data in castris, die xi septembris 1452. (c)


(a) Precede Locumtenenti Placentie depennato.
(b) Segue Que dignius depennato.
(c) A margine: Impetrante Bonifatio canzellario.