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310. Francesco Sforza al vicario di Quinzano 1452 ottobre 5 presso Leno

Francesco Sforza, per ovviare alle lamentele di Paolo e di Francescon di Cagni per il fatto che nella controversia che hanno con Giovanni da Summia, fattore di donna Margherita da Martinengo, non vengono sentite le loro ragioni, comanda al vicario di Quinzano di ascoltare anche i due fratelli e di rendere sommaria giustizia in base alle ragioni esposte dall'una e dall'altra parte. Qualora una parte chiedesse che intervenga anche il consilium sapientis, vi si si ricorra, purché sia accetto da entambe le parti.

Vicario Quinzanum.
Sono stati da nuy Paulo et Franciscon di Cagni dicendo ch'el stato scripto debi fare rasone a Iohanne da Summia, factore de madona Margarita da Martinengo, contra d'essi Paulo et Franciscon, per casone de certa fictareza,eccetera, et che recusi de volere intendere le loro rasone. Pertanto te scrivemo et volemo diligentemente intendi sì le loro rasone, como quelle dela dicta domina Margarita et sengondo quelle ad ambe le parte administra iustitia summariamente et expeditamente senza letigio alchuno, per modo che niuna d'esse parte dignamente si possa lamentare, et si per veruna d'esse parte fosse requesto consilio de savio, volemo gli sia dato, pur non sia suspecto a veruna de quelle, ad ciò che pur maturamente sia terminata questa differentia. Data in nostris felicibus castris apud Lenum, die v octobris 1452.