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417. Francesco Sforza al podestà di Melzo 1453 gennaio 10 Milano

Francesco Sforza, aderendo alla supplica del trombettiere ducale Cristoforo da Siena, vuole che il podestà di Melzo porti a termine la vertenza secondo le precedenti conclusioni, inducendo le parti a convenire a un compromesso di un comune amico, come si fece con Carlo Cipello in modo che, per l'assenza di Carlo, il contrasto non si faccia immortale.

[ 100r] Potestati nostro Melci.
N'ha supplicato Christoforo da Sena, nostro trombeta, secondo che vedarai per l'inserta sua suplicatione, dela quale, atessa la continentia, acị che questa differentia sia presto terminata et habia debito fine, te comandemo e volemo che, dimandati le parte, faci redure la causa neli termini primi e poi constrenzere le parte a fare denuo compromesso in uno amico comune et in quello modo et forma ch'è stato fato l'altro compromesso in Carlo Cipello, acị che per la absentia et occupatione d'esso Carlo la causa non sia fata inmortale, et se levano li scandali poterano seguire fra le parte. Mediolani, x ianuarii 1453.