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426. Francesco Sforza a Lorenzo de Corneto 1453 gennaio 11 Milano

Francesco Sforza, non intendendo che Cristoforo e Antonio di Girardi e l'erede del defunto Michele Rato da Casteggio abbiano a ragione motivo di lagnarsi di non poter far valere i loro diritti, scrive a Lorenzo de Corneto che se i richiedenti danno garanzia di presentarsi da lui ogni qualvolta saranno richiesti e stare a quanto verrà giudicato e pagare ogni condanna loro fatta, li faccia liberare, fissando i termini del rientro da lui.

[ 102r] Laurentio de Corneto.
Tu vedarai la querela n'è fata per Christoforo et Antonio di Girardi et l'herede de quondam Michele Rato da Clastigio ex tenore incluse supplicationis. E, aciò ch'essi supplicanti non si possano dignamente lamentare chi gli sia fato torto per non potere mostrare le sue resone, siamo contenti che, dagandoti essi supplicanti ydonea e sufficiente cautione de presentarse nante a ti totiens quotiens fueri(n)t requisiti et de parendo iuri et de pagare ogni condemnatione che gli venga essere fata, li faci libere relaxare, volendo però che gli statuischi quel termino, del quale te parirà, fra lo quale vadeno per le sue rasone e retornano da ti. Data Mediolani, xi ianuarii MCCCCLIII.