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463. Francesco Sforza a Franchino Rusca 1453 gennaio 13 Milano

Francesco Sforza vuole che il conte Franchino Rusca, attesa la supplica dei barbieri ducali Gianpietro e Donato da Luino accerti se veramente spetta loro l'eredità di un loro cugino morto durante la loro assenza per servizio: se così fosse, essa passi nelle loro mani sottraendola a quelli che indebitamente se l'accapparrarono.

Comiti Franchino Rusche.
Giohannepetro et Donato, fratelli da Luyno, nostri barberi, ci àno exposto che, in questo tempo sono stati absenti da casa sua in li servicii nostri, è passato di questa vita uno loro cusino, li beni del quale spectaveno e specteno ad essi, quamvis siano presi per altri, quali non àno rasone veruna, secondo che per lo tenore dela supplicatione sua, quale ve mandiamo in queste nostre inserta, melio poteriti intendere. Per la qual cossa ve scrivemo et carichamo voliati, senza litigio, ho longheza de tempo, fare provisione expediente che, si li dicti beni spectano ad essi supplicanti, possano quelli havere facendoli ponere ala posessione de quelli beni, come vorà la iusticia, siché non perdano la loro rasone. Mediolani, xiii ianuarii 1453.