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472. Francesco Sforza a Tomisio Amicono 1453 gennaio 13 Milano

Francesco Sforza comanda al commissario Tomisio Amicono e al capitano di Monza che, verificato quanto asserisce nella sua supplica Gabriele d'Angera, già capitano del posto, gli facciano avere, entro quindici giorni, da quella comunità e da alcune persone del luogo quanto egli rivendica che gli si debba.

[ 110v] Tomisio Amicono,comissario nostro Modoetie, et capitaneo ibi nostro dilectis.
El nobile Gabriel d'Angera, olim capitaneo di quela nostra terra, ne dice ch'el resta creditore de quella comunità e de altre diverse persone d'essa terra per la casone intendarati da luy. E perché havimo ad operare Gabriel neli nostri servicii, siché non pò stare lì diutius a dimandare il suo, pertanto ve commetemo e volemo che, constito vobis summarie del vero credito d'esso supplicante, constrenzati la dicta comunità, ho che farà per essa, per ogni expediente modo, et qualunche altro sia vero debitore lì in essa terra a satisfare integramente ad esso exponente de tuto quelo debitamente doverano dare per quamvis causam, expediendo le cosse predicte senza alcuno litigio, atesa la verità del fato, remotaque ogni cavillatione e exceptione frivola, ac intra dies xv continuos ad tardius, dopo la receptione dela presente, ita quod per questa casone più non sentiamo lamenta. Mediolani, xiii ianuarii 1453.