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603. Francesco Sforza al podestà di Piacenza 1453 gennaio 25 Lodi

Francesco Sforza si dice sorpreso che il podestà di Piacenza, benché il duca si sia dichiarato contrario a ripristinare lo statuto cittadino che vieta ai piacentini di tenere più di cento porci con danno delle entrate ducali, persista in tale intenzione.

[ 134v] Potestati nostro Placentie.
Havemo di novo receuta grandissima lamenta per parte del comune e homini nostri de Piasentina ex eo che per lo iudice tuo del maleficio gli sia intimato e notificato uno certo statuto de' essere in quella nostra cità, quamvis non sia mai stato usitato per lo passato al tempo dela felice memoria del duca passato nostro socero e padre observantissimo, per lo quale non poterano tenire ultra certo numero de porci, che seria, dovendosse questo observare, la desfatione d'essi homini, quali vivano e sustengheno li carichi de simili exercitii, e resultaria in grandissimo detrimento ale nostre entrate, che non è nostra intentione, unde che de questo se maravegliamo e volemo più de ti che de altra persona, perché hai intesa la lamenta nostra altra volta sopra ciò, e più permeti se facia simelle innovatione. E pertanto te scrivemo che, non volendo tu altramente exequire la mente nostra, saltim ne avisi subito de questo, perché là venemo nuy lì in persona affare l'offcio tuo, ma farai bene ad fare tale provisione in questo che più de ciò non sentiamo lamenta, e farai el tuo debito e honore. Data Laude, xxv ianuarii 1453.