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626. Francesco Sforza a Giampietro da Casate e a Filippo de Casanova 1453 gennaio 29 Milano

Francesco Sforza ordina a Giampietro da Casate, vicecapitano del lago Maggiore, e a Filippo de Casanova, podestà di Intra, Pallanza e Valle Intrasca, di fare del loro meglio per cattutare e punire, iure medio, quei sottoposti dell'erede del defunto Giacomo da Morigio che assalirono, derubarono e spogliarono un frate del Terz'ordine di San Francesco, dandogli, poi, notizia di quanto avranno fatto.

[ 138v] Sapientibus viris Iohannipetro de Casate, vicecapitaneo Lacusmaioris, ac domino Filippo de Casanova, Intre, Pallantie et Valintrasche potestati.
Havimo inteso che per li homini, hosia alcuni deli supposti al'herede di quondam Iacomo di Morigii, ali dì passati, fu assaltato, spoliato e robato fine ala camisa uno frate dela gima del Terzo Ordino di San Francesco, dil quale exceso non è mai fata punitione alcuna, che è uno dare ardire ali cativi de fare male, la qual cossa non è nostra intencione. E pertanto ve commetemo e volemo che, per ogni (a) via e modo expediente, ve informati di questo excesso e, retrovati li malfatori, procedati contra essi e qualuncha di loro, e punitili per la via dela iustitia, perché non intendemo che simili delicti per alcuno modo restano impuniti. E de quanto haveriti fato, avisatine per vostre littere. Mediolani, xxviiii ianuarii 1453.


(a) Segue vera depennato.