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724. Francesco Sforza al commissario della pieve di Incino 1453 febbraio 9 Milano

Francesco Sforza scrive al commissario della pieve di Incino per Luchina dal Verme che non permetta che i fratelli Giacomo e Pietro, e i loro nipoti da Carcano, vengano molestati per il pagamento dei carichi locali, assolvendo essi, abitanti a Milano, i loro carichi nella città di cui sono anche originari.

[ 159v] Comissario plebis Inzini pro madonna Luchina de Verme.
Per la continentia dela supplicatione, quale te mandiamo introclusa, intendarai la querella ce fanno lacobo e Petro, frateli, et li nepoti loro da Carchano eo che, nonobstante siano citadini di questa nostra cità di Mediolano e originarii, et in essa cità per lo passato hano sempre sostenuto li carichi occurenti et sustengano de presente, come fanno li altri citadini, tamen per quelli dela plebe de Inzino voleno fi astrecti a pagare li carichi con essi per alcuni loro beni hano in essa plebe. La qual cossa, non parendo honesta, siamo contenti et comandemoti che, quando così sia ut pretangitur, non permeti sia data molestia ali dicti supplicanti per essi loro beni, perché non (è) honesto che li citadini, quali pagano ala cità, debiano fi astricti a pagare de fora, acioché non pagano in dui Ioci, intendendo nuy ch'essi supplicanti siano tractati como è stato fato per lo passato. Mediolani, viiii februarii 1453.