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867. Francesco Sforza a Teseo da Spoleto 1453 febbraio 27 Milano

Francesco Sforza, inteso che il comune e gli uomini di Castel San Giovanni intendono costringere dei cittadini a contribuire, contro una sentenza data sopra di ciò, ai locali carichi pendenti, ordina a Teseo da Spoleto, commissario sopra gli alloggiamenti dei cavalli nel Piacentino, di intervenire perché cessi ogni molestia se gli risulta che non sono tenuti a sopportare tali carichi.

[ 184v] Teseo de Spolito, comissario super alogiamentis equorum in Placentino.
Como per la supplicatione introclusa poterai latius intendere, havimo receuta querella dali citadini nominati in la inclusa predicta supplicatione che voliano fir astrecti per lo comune et homini di Castel Sangioanne a contribuire ali carichi occurenti con loro contra la disposicione de una sententia data sopra ciò, dela qual ibidem se fa mentione, et contra ogni debito de iusticia. Per la qual cossa, non intendendo nuy che alcuno sia tortezato né oppreso nel dominio nostro, siamo contenti et commetemoti che, vocatis vocandis, intende diligentius questo fato et, non dovendo essi supplicanti, né essendo obligati contribuire con li dicti comune et homini ali predicti carichi, provede che non gli sia data molestia né afano indebitamente, ho contra raxone, et si qua indebite facta est contra supplicantes novitas, facias illam libere revocari, acioché niuno habia iusta casone de dolerse. Mediolani, xxvii februarii 1453.