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902. Francesco Sforza al capitano del lago di Como 1453 marzo 2 Milano

Francesco Sforza ordina al capitano del lago di Como di non dare né consentire che si dia fastidio agli uomini di Valsolda inducendoli a contribuire con quelli del lago di Como, contrariamente a quanto mai è avvenuto nel passato. Vuole si revochi ogni eventuale novità fatta a tale proposito.

[ 191v] Capitaneo nostro Lacus Cumarum et civium Parme.
Vederiti la querella ce hano fato li homini de Valsoldo per l'inclusa loro supplicatione perché voliano fi astricti per quelli dil Laco da Como a contribuire con loro, la qual cossa non è honesta né iusta, né mai fossero per lo passato. E perché non intendemo gli sia fato torto né contra l'usitato, siamo contenti et comandemoti che, havendo essi supplicanti significato il vero, non gli molestati né lassati molestare per questa casone, ma essendoli fata novitade alcuna, fatila libere revocare acioché essi supplicanti non habiano digna casone di dolerse. Mediolani, secundo martii 1453.