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976. Francesco Sforza al podestà di Castel San Giovanni 1453 marzo 8 Milano

Francesco Sforza ordina al podestà di Castel San Giovanni di trattenere il macellaio chiamato Martino in prigione, ove trovasi ad istanza del suo creditore Guglielmo da Viadana, squadriero del condottiero ducale Gaspare Vimercati. Non lo rilasci fino a quando non avrà soddisfatto in tutto il ricorrente. Provveda, anche, che il medesimo ricorrente recuperi da Antonio, già suo famiglio, fuggitosene con della sua roba, quanto gli ha portato via.

Potestati nostro Castri Sancti Iohannis Placentini.
Guielmo da Viadana, squadrero del spectabile conte Gasparo da Vimercato, nostro conductero dilectissimo, ne dice che hai, ad sua petitione, destenuto uno becharo, chiamato Martino, suo debitore de certa quantità de denari. Per la qual cossa volemo lo tenghi sub bona fidaque (a) custodia, siché non possa fare fuga et non lo lasi partire né uscire nisi satisfatto prius el dicto Guielmo, ho aliter fato contento per tuto quello doverà havere da lui. Insuper volemo fati al dicto Guielmo rasone summaria et expeditissima contra Antonio, habitatore de quella terra, già suo familio, fu dìto da luy e portato la roba sua, e senza alcuno litigio, per modo che presto el sia interamente satisfacto dela roba sua et dele spesse, legitimi danni et interessi proinde suportati, come è honesto che dicto Antonio non habia a gloriarse de eius fuga. Mediolani, ut supra. (b)


(a) fidaque in interlinea.
(b) A margine: pro comite Gasparo de Vicomercato.