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1046. Francesco Sforza ai rettori di Bergamo 1452 ottobre 17 "apud Lenum".

Francesco Sforza esprime ai rettori di Bergamo il rincrescimento per la violazione del salvacondotto concesso a quelli dell'Isola Bergamasca. Scriverà ai castellani di Trezzo e a Gaspare Sessa, colpevoli, perchè restituiscano ogni cosa, ricordando loro che nulla gli è più molesto del violare la fede et promesse fatte.

[ 253v] Rectoribus Pergami.
Havimo recivuta vostra littera de data xv del presente et inteso quanto scriveti del salvoconducto nostro concesso ad quelli del'Isola Bergamasca, quale è stato violato et rocto per li castellani de Trezo et Gasparro de Sessa, et cetera; respondemo che ne dispiace grandemente et quanto dire se possa, perchè nostra intentione è, et cussì sempre è stato servato in caduno luoco, che li nostri salviconducti et fede siano servati, et cussì intendemo che sempre si faza. Il perchè ve dicemo che nuy scriverimo ali dicti castellani in modo che comprenderano niuna cosa ad nuy essere più molesta che rompere la nostra fede et promesse, et farimo che la restitucione dele cose tolte et la liberatione deli presoni se farà et haverà loco. Et quando non se facia dicta restitucione, vogliati advisarce, perchè farimo in modo che non haveriti casone de gravarvi de noy. Ex castris apud Lenum, die xvii octobris 1452.
Ser Iohannes.
Cichus.
A margine: Pro salvaconductu non observato per castellanos Tricii et Gasparrem de Suessa illis de Ixola Bergamense.