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1048. Francesco Sforza al capitano della Lomellina 1452 ottobre 17 "apud Lenum".

Francesco Sforza ricorda al capitano della Lomellina la volontà sua e della sua consorte circa la detenzione di Battista da Cilavegna e i suoi fratelli Francesco e Marco per la fuga presso i nemici; a dire di Antonio Landriani la fuga saraebbe stata favotita anche dalla freddezza dimostrata dal capitano nell'accogliere la richiesta di requisire la roba dei fuggitivi. Il duca ordina ora al capitano di prendere tutti i beni di Battista e dei fratelli, aggiungendovi anche eventuali beni della moglie di Francesco a Gambolò, e di tutto si faccia un inventario in modo che nulla venga a mancare.

Capitaneo Lomeline.
Per altre nostre, et cussì de madona Biancha, debbe havere intisa la volia nostra contra Baptista da Cilavegna et suoy fratelli per la fuga ha facta el dicto Baptista da nuy che, aciò non se ne possano gloriare, volimo, et è nostra intentione, che tuti li dicti fratelli siano piliati et messi in presone; et fin a qui non l'hay voluto fare, anci se lomenta Antonio da Landriano che tu, ho li toy, l'hano facti advisati per farli fugire, per modo che non se sonno potuti havere, nè loro nè roba alcuna, et ha mandato deli soy da ti perchè gli facesti favore per havere la loro robba et, como intendiamo, tu te sei portato lingeramente et fredamente; il che non habiamo niente a bene che li dicti non siano castigati, secundo è la nostra intentione per dare exemplo ali tristi. Il perché volimo, per quanto hay caro far cosa che ne piaza che subito, havuta la presente, facii cum ogni opera, industria et solicitudine per havere li dicti nele mane, et havuti facii trovare cum ogni via tucta la robba mobile et immobile hanno, et facii del tucto tale descriptione che se possano havere, dele cinque parte, le tre che sonno la parte da Baptista, Francesco et Marcho, quali sonno con l'inimici nostri, et del tucto farali tal provisione che non vada [ 254r] in sinistro, operando anchora de havere ogni altra robba che havesse la moliere del dicto Francesco, che fosse d'esso Francesco, la qual moliere è da Gambolò. Et circha questo non gli manchare in cosa alcuna più, como se fusse la più cara cosa che havesti a fare per te proprio, advisandote che ne dispiaceria molto facendo tu altramente a non spectare altre nostre littere sopra ciò. Ex castris apud Lenum, die xvii octobris 1452.
Ser Iacobus.
Cichus.
A margine: Pro Baptista de Cilavegna arestando quia fugam eripuit et cetera, et bonis suis tollendis.